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Visualizzazione dei post da dicembre, 2017

Ultimi giorni dell'anno

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Siamo quasi giunti alla fine di questa annata che di certo non è stata una passeggiata. Il mio, faccio una premessa, non è un lamento soprattutto perchè ora ho il cuore contento. Sono certa che tutto ciò che è capitato in qualche modo infatti mi abbia aiutato e non è affatto retorica la mia e nemmeno una consolatoria bugia. Quindi a chi mi ha deluso e anche ferito in fondo non mi sento di puntare il dito. Mi dispiace soltanto e un po' provo pena per chi crede di essere l'unico sulla scena, deus ex machina, divinità onnipotente, regista delle vite altrui ma di fatto è assente, poichè non prova sentimento nè alcuna emozione ma ricerca per se stesso, irrequieto, ogni attenzione. Fa di tutto per stare al centro del mondo e quando non gli basti più scompare in un secondo. Come a Scala40 dal mazzo pesca una carta e se non gli serve, senza scrupoli, la scarta, così fa uso delle persone a suo piacimento e necessità poi se si stanca o preferisce altro saluta e se ne

Sul treno verso Milano

Caro Babbo Natale, sono grande, questo lo so e posso sembrare venale ma credimi, non lo sono neanche un po’ Ti scrivo perché mi piace pensare che tu ci sia davvero, difficile da confessare ma è un desiderio sincero. Quest’anno ti chiedo cose per me soltanto perché mi sono accorta che non l’ho fatto mai, posso apparire egoista e anche tanto ma so che tu mi capirai! Perfino quando ero bambina ti chiesi una volta un gioco per mio papà, un flipper che per mesi usai con lui a metà, lo desiderava fin da piccino ma non lo ricevette mai forse perché era birichino o i soldi in famiglia non erano assai. Allora veniamo a noi ma prima una premessa: tu fai quel che puoi tanto per me la magia è la stessa! È stato un anno duro di quelli che ce ne sono tanti e te lo assicuro che non mi perdo in pianti. Solo ti dico che ora vorrei un po’ di leggerezza che soffi come gli alisei. Vorrei trovare una carezza quando stanca io saró, un sorriso e un abbraccio nel cui lasciars

L'inizio di un viaggio

Scrivo parole in pieno fermento, le afferro come eco non appena le sento, catturate come pesci nella rete. Emergono all'improvviso come la sete che ti prende alla gola e ti fa cercare un'oasi d'acqua dolce in mezzo al vasto mare. Si fanno strada nel dormiveglia del mattino, alla fine dell'ultimo sonno fanno capolino. Si ripetono rincorrendosi e intrecciando trame, ronzano furiose, addensandosi come sciame. Cerco di prenderle tutte, ma ne colgo alcune soltanto, diventano frasi, rime, testo dal ritmo di un canto. Parlano della vita, della gente, di storie, raccontano di viaggi, di paure, di memorie. Lasciano traccia di un pensiero migrante che da oriente ad occidente segue il sole transitante. Non so se mai arriveranno a qualcuno. Non importa, fosse anche solo uno, avranno portato acqua fresca nel deserto, terraferma, isola in mare aperto, una carezza dolce ad un cuore stanco, tratto colorato su di un foglio bianco. Saranno di nuovo eco per altri ancora, voce nel vento ch