L'inizio di un viaggio

Scrivo parole in pieno fermento,
le afferro come eco non appena le sento,
catturate come pesci nella rete.
Emergono all'improvviso come la sete
che ti prende alla gola e ti fa cercare
un'oasi d'acqua dolce in mezzo al vasto mare.
Si fanno strada nel dormiveglia del mattino,
alla fine dell'ultimo sonno fanno capolino.
Si ripetono rincorrendosi e intrecciando trame,
ronzano furiose, addensandosi come sciame.
Cerco di prenderle tutte, ma ne colgo alcune soltanto,
diventano frasi, rime, testo dal ritmo di un canto.
Parlano della vita, della gente, di storie,
raccontano di viaggi, di paure, di memorie.
Lasciano traccia di un pensiero migrante
che da oriente ad occidente segue il sole transitante.
Non so se mai arriveranno a qualcuno.
Non importa, fosse anche solo uno,
avranno portato acqua fresca nel deserto,
terraferma, isola in mare aperto,
una carezza dolce ad un cuore stanco,
tratto colorato su di un foglio bianco.
Saranno di nuovo eco per altri ancora,
voce nel vento che altro orecchio sfiora.
Come testimone si passano di bocca in bocca,
le scrivo io dunque, perché a me ora l'onore tocca.
Come aedo pertanto mi appresto a intonare,
per chi ha sete e voglia di ascoltare.

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