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Ops... L'incontro con una buca a Roma

Piove, marci piano, tutto buio attorno. Tornando a casa ripensi a ciò che ti ha lasciato questo giorno. La sveglia, il lavoro, l'ansia di attendere un referto che per un attimo ti ha fatto arrendere di fronte alla tentazione di cedere allo sconforto che ti prende quando ti accorgi di quanto il percorso a volte sia contorto. Piove, tergicristalli che si muovono al ritmo dei tuoi pensieri. Schivi lungo la strada buche che sembrano crateri. Poi all'improvviso un colpo, un sussulto, esplode la ruota. I pensieri si bloccano come l'auto, in una strada remota. A questo punto lo sconforto sembra prendere il sopravvento, negli ultimi mesi dal gommista hai fatto l'abbonamento. Ma ad un tratto un pensiero: non sei più sola. Chiami e lui la tua rabbia raccoglie e consola. Finalmente senti di non dover fare per forza l'eroina, anche se un tempo la totale indipendenza ti dava adrenalina. Ora puoi chiedere aiuto senza correre il rischio di sparire, come in passato

Passo a due

Non la prima ma l'unica ambisce di essere la donna che arriva all'improvviso e rimescola le tessere di un puzzle che sembrava ormai compiuto, ma che in un attimo si mostra per ciò che è, insoluto. Enigma che si svela pian piano e semplice diventa, non più complicazione inutile, ora non spaventa. Si fa filo sottile, corda di altalena che verso il cielo spinge, fa sentire leggera, non è più cappio che il collo stringe. Gli occhi sorridono, i pensieri diventano poesie, i sentimenti rinascono, superate le peggiori carestie. Non dalla chiusura ma da naturale diffidenza si dissocia, la donna che torna ad amare e ad altra anima si associa. Danzando ritrova la leggerezza un tempo perduta, in un passo a due che trasforma in inchino ciò che sembrava una caduta.

8 marzo: quando la diversità è di natura, ma talvolta fa paura.

Attorno al focolare se ne stavano le donne un tempo quando indossavano solo le gonne. Mentre il marito era fuori a lavorare il loro lavoro per lo più in casa era da fare: lavare, tenere in ordine, cucire, cucinare, rassettare e pulire. Crescevano i figli come fanno le leonesse, se bene si osserva alcune modalità sono le stesse. Poi oltre alle cose da fare c'era tutto il resto, rispetto ad oggi era di certo un altro contesto dove magari sembra ora che il lato femminile fosse soltanto un atteggiamento servile. In realtà era un mondo ricco di emozioni, spesso represse, nascoste e le aspirazioni sembravano ridotte all'essere madre e moglie confinate nelle abitazioni, entro le soglie. Di fatto, gli angeli del focolare erano donne come noi, anche se ci sembravano avvinte al collo da nodi scorsoi, non libere e in una vita limitata costrette, diverse da quelle di oggi con tacco 12 e borsette convinte di fare ciò a cui aspira la loro mente in nome di una parità dei

Domenica

La domenica in fondo non mi è mai piaciuta, sembra il giorno dopo una brutta bevuta, ho tutto il tempo di riposare a disposizione ma una scarsa energia e poca motivazione. Devo dire però che mi piace indugiare tra le pieghe delle lenzuola, svegliarmi e riaddormentarmi, non una volta sola. Sentire il rumore della città fuori dalla finestra, dentro casa la gatta che sale e scende dal letto maldestra. Sentire il corpo, pesante, immobile, che affonda, aprire e chiudere le palpebre come moto d'onda. Sorrido al tempo che scorre ma che afferro oggi, senza spreco, peregrino per casa come un cirenaico, filosofo del mondo greco. Nessuna fretta, l'irrequietezza oggi resta fuori da queste mura, ci penserò domani a fare di nuovo i conti con la premura.

Ispirazione

Talvolta l'ispirazione regala parole che rapide scorrono, altre invece si nascondono o si rincorrono. Nel primo caso le afferri al volo soddisfatta, altrimenti le cerchi e srotoli come con la matassa fa la gatta. Attendi il fischio del treno in lontananza, di cui avevi tanto sentito la mancanza e quando arriva fremi, non sai cosa aspettarti: se scende per te qualcuno o è il momento che tu stavolta parti. La valigia in mano sembra a volte pesante, altre leggera, non ricordi il contenuto, ma ti senti messaggera, porti con te tante cose da dire, di farlo non vedi l'ora, nel frattempo attendi che arrivi la Parola. Incipit, nuovo inizio ispiratore da cui ricominciare a scrivere, cercando altre storie da raccontare.

Il senso della ripartenza.

Affondare, lasciarsi andare al vuoto, cadere quando tutto attorno sembra non valere la pena di patire per quel che chiaman "amore" ma di fatto sembra più il vezzo di un adulatore che gioca le sue carte con strategia e vorace si nutre del calore di chi viva tiene la brace.  Così l'energia a poco a poco va in riserva, si spegne l'ardore della tenace Minerva considerata della giusta guerra la divinità, saggia e madre degli strumenti della civiltà. Colei che inventò il carro che alleggerisce il peso dalla schiena  e il telaio che intreccia fili come trame da mandare in scena, perde in un attimo tutta la propria sapienza limitando la sua aspirazione alla sola sopravvivenza. Fragile appare agli occhi di chi la guarda se per coprirsi anche per poco tarda, mostrando di sè il fianco senza protezione in un attimo in cui stanca pecca di distrazione. In realtà sa che si tratta della sua fiducia nell'altro, atteggiamento che può sembrare

Arcobaleno

Giochiamo con le parole, un po' soltanto mettendone ad ognuna un'altra accanto. Cosa ti fa pensare ad esempio l'arcobaleno? Ad un ponte percorso da un treno che dalla terra si perde nel cielo e scompare dopo un temporale, quando il sole riappare. Ogni volta è un'incantevole magia che sostituisce alla logica la fantasia. A cosa pensi se la parola è candela? Luce che dal buio ciò che si nasconde rivela, verità che appare come in una sfera di cristallo trasparente ma delicata, non è metallo ma vetro che rispecchia sul viso di chi ascolta cosa la zingara ci legge ogni volta. Ma se poi la parola diventa matita? Mi viene in mente la sensazione che tra le dita affiora ogni volta che dalla punta esce il tratto che come d'autostrada si articola nell'atto di tracciare il percorso di un pensiero migrante talvolta più retto e sicuro, altre tortuoso ed esitante. Scrivere è gioco ardito della parola che esce con coraggio, non si trat